Il Pordenone a Piacenza ha lasciato una serie di bellissime scene affrescate nella chiesa di Santa Maria di Campagna. Giovanni Antonio de’ Sacchis -questo il suo vero nome- non è tra gli artisti più conosciuti del Rinascimento, eppure le sue opere piacentine si rivelano vivaci ed originali e mostrano affinità con quelle effettuate dal Correggio e dal Parmigianino all’interno dell’abbazia di San Giovanni Evangelista di Parma.

Pordenone a Piacenza: facciata di Santa Maria di Campagna
Entrando in chiesa si resta subito colpiti dall’affresco raffigurante S. Agostino, che richiama per l’appunto il Parmigianino: l’atteggiamento austeramente oratorio del Santo, i grandi putti che recano libri e l’ambientazione fatta di un’architettura ricca di elementi decorativi fanno di questa immagine un un’ottima introduzione a ciò che si trova a pochi passi.
L’Adorazione dei Magi è un altro brano pittorico particolarmente felice: presenta i tre Re in primo piano e un corteo al loro seguito che si snoda in profondità, fiancheggiato da un’insolita ambientazione cittadina, che probabilmente riproduce Piacenza stessa, dove spiccano case brulicanti di abitanti. I colori luminosi e brillanti giocano un ruolo essenziale nella buona riuscita della raffigurazione, rendendola viva e dinamica.
La scena più mirabile rappresenta la Disputa di Santa Caterina: la Santa, posta tra dottori e filosofi, è in atto di discutere, e sia il gesto della mano che indica verso l’alto sia l’azione della luce vanno ad imprimere un forte senso di dinamismo. Dinamismo espresso anche dal mantello della protagonista, che sembra ondeggiare per la concitazione della discussione. Tra le monumentali e complesse architetture che fungono da sfondo spicca infine la visione della cupola e del tiburio di Santa Maria di Campagna, ennesimo omaggio alla città e ai committenti.
La chiesa conserva anche altre opere del Pordenone, tra cui la magnifica cupola centrale nella quale il Dio Padre della lanterna, che sembra precipitare il basso, mostra una figura fortemente scorciata ed incurvata: un motivo ancora una volta mutuato dalle opere parmigiane del Correggio.