Ennemond-Alexandre Petitot fu un architetto francese che operò a Parma alla metà del Settecento. Chiamato dal Duca Don Filippo di Borbone, egli collaborò strettamente col potente primo ministro Guillaume Du Tillot. Quest’ultimo ambiva a fare della città la degna capitale di un piccolo ma strategico stato, ove sperimentare la politica illuminata che stava dando un nuovo volto all’Europa.
Questa fase di rinnovamento coinvolse ogni ambito, dall’arte all’architettura passando per l’urbanistica: dalla Piazza Grande al Giardino Ducale, Petitot rimodulò radicalmente il volto di Parma, andando a modificarne l’assetto consolidato durante l’epoca dei Farnese. E proprio il rifacimento di un’arteria farnesiana costituì una delle sue creazioni più innovative.
La riorganizzazione dello Stradone offrì infatti a Petitot la possibilità di tracciare un viale ispirato alle promenades publiques francesi, esempi di progettazione urbana illuministica. Suddiviso in tre corsie, l’elegante viale alberato ne prevedeva una centrale riservata al transito delle carrozze e due laterali -impreziosite da sedute in marmo- destinate invece al passeggio. Tutto ciò andava a creare un vero e proprio polo di verde pubblico alternativo al Giardino Ducale, realizzato col preciso scopo di favorire la ripresa economica e sociale di una parte della città fino a quel momento trascurata. Ai lati dello Stradone si trovavano infatti istituti scientifici, manifatture e locali pubblici, alcuni dei quali tuttora esistenti.

Orto botanico Parma
Tra questi vi sono l’Orto Botanico e il Casino del Caffè, conosciuto dalla maggior parte dei parmigiani semplicemente come “il Petitot”. Raffinato padiglione in muratura, sovrastato da un’ampia terrazza panoramica, fu inaugurato la notte di San Giovanni del 1764. Costruito a spese delle stato l’edificio fu dato in gestione ad imprenditori privati, che ne fecero un ritrovo all’ultima moda ove gustare bevande e sorbetti assistendo a concerti o spettacoli pirotecnici. Un luogo anche di trasmissione di idee, di cultura, di apertura verso un mondo in costante trasformazione: il Casino del Caffè rappresentava in tal senso l’essenza stessa dell’Illuminismo.
E oggi? Ai giorni nostri lo Stradone è una via trafficatissima e il Casino del Caffè una sorta di spartitraffico naturale: un’immagine molto diversa da quella che avremmo ammirato qualche secolo fa. Eppure chiudendo gli occhi possiamo ancora provare ad immaginare il cigolio delle ruote delle carrozze, il fruscio delle vesti e le risate provenienti dalla terrazza: una suggestione che ancora oggi ci riporta ad uno dei periodi di maggior splendore di Parma, la petite capitale di Petitot.