Un angolo di Slovenia a Parma
Il quartiere più popolato di Parma ha un nome curioso: Lubiana. Costruito negli anni Sessanta, ha per l’appunto come fulcro piazzale Lubiana, dove io ho vissuto per anni. E questa intitolazione, legata ad un gemellaggio stipulato tra queste due città nel 1964, mi ha sempre affascinato.
Da Aemona a Laibach
Di recente ho finalmente avuto occasione di visitare Lubiana. Ho provato quindi a cercare qualche analogia con la mia città. Lubiana e Parma hanno in effetti svariati punti in comune: si tratta di realtà a misura d’uomo, adagiate lungo le sponde di un corso d’acqua e con affinità storiche. Aemona (antico nome di Lubiana) fu fondata dai romani. E furono gli Asburgo a ribattezzarla Laibach nel Medioevo.
Sotto l’egida degli Asburgo
Passeggiando in centro storico si nota come l’impronta asburgica sia particolarmente presente nei principali monumenti. Sia la Cattedrale sia i palazzi nobiliari sono barocchi e richiamano -non a caso- le città austriache di Salisburgo e Graz. Anche il Ponte dei Draghi, uno dei simboli della città, vide la luce agli inizi del XX secolo, quando Lubiana faceva ancora parte dell’impero austro-ungarico.
Un grande architetto
Ma lo stile che a Lubiana merita il posto d’onore è l’art nouveau. Grazie all’opera dell’architetto Jože Plečnik, la città fu impreziosita da opere che ancora oggi la rendono unica. Il Mercato Centrale, il Triplo Ponte e la Biblioteca Nazionale e Universitaria costituiscono solo alcuni dei capolavori concepiti da questo grande urbanista.
La Biblioteca Nazionale e Universitaria
La caratteristica facciata di quest’ultima è un omaggio agli antichi palazzi italiani, e presenta una singolare combinazione di mattoni e blocchi di pietra tutti differenti. Splendido è il dettaglio delle maniglie sul portone principale, che rappresentano due teste di cavallini. Sono un’allusione a Pegaso, il mitico cavallo alato, simbolica guida per i visitatori e gli studiosi nel loro viaggio verso il sapere.