La primavera è la stagione perfetta per andare alla scoperta del Liberty a Parma: quale miglior occasione per ammirare lo stile floreale per eccellenza?
Lo stile Liberty, o Art Nouveau, si affermò in Italia agli inizi del Novecento quale espressione di una società borghese che stava consolidando il proprio potere tramite l’industrializzazione: l’immagine che si voleva dare era quella di un paese dinamico, in pieno sviluppo. Uno stile attento quindi al comfort, inteso come utilizzo di materiali moderni per soddisfare bisogni materiali ma soprattutto morali: da qui l’attenzione posta all’illuminazione, al riscaldamento e alla salubrità delle nuove costruzioni.
Il Liberty a Parma -città dove era ben presente la tradizione neoclassica di Petitot– si propagò in modo sommesso e fece fatica a trovare una propria dimensione stilistica. In assenza di un piano organico di sviluppo esso andò a toccare quasi tutti i settori del repertorio costruttivo: rappresentativo, celebrativo, monumentale, funerario e soprattutto residenziale.
Gli esempi più significativi sono infatti legati ad a case e villini edificati non solo in centro storico, ma anche in zone decentrate, quasi a voler sottolineare la nuova dimensione della città, modificata profondamente dai lavori di ammodernamento di fine Ottocento che videro l’abbattimento dell’antica cerchia muraria e di edifici considerati insalubri.
Ecco allora sorgere le Case Bormioli, imponente complesso voluto dagli omonimi industriali del vetro lungo la sponda ovest del torrente Parma al posto di “malsane” abitazioni preesistenti: un blocco altamente scenografico lungo 60 metri adibito a funzioni di rappresentanza della fabbrica e a dépendance abitativa. Un progetto fortemente criticato all’epoca dell’esecuzione, poiché considerato irriverente nei confronti della Rocchetta medievale alla quale le Aedes Bormioli andarono ad affiancarsi, che oggi invece costituisce una delle vedute più suggestive del Lungoparma.
E ancora un’altra interessante struttura originariamente destinata a residenza, esposizione e fabbrica è costituita dall’ex salone del mobile “Guastalla”. Un inatteso angolo modernista nel cuore medievale della città, dove spiccano per eleganza gli elementi decorativi in ferro battuto, che presentano raffinati motivi fitomorfi abbinati a partiture geometriche.
In zona sud si trova infine il Villino Bonazzi, considerato il capolavoro del Liberty parmigiano, dove la ricerca di soluzioni scenografiche raggiunge l’apice. L’ingresso modulato ad angolo, la singolare torretta e anche il corpo quadrangolare con le margherite dipinte presentano un campionario di decorazioni di altissimo pregio. E’ dunque la perfetta incarnazione di un nuovo modo di intendere la città, dove la periferia assume una nuova dignità e non ha nulla da invidiare al centro storico.